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Image by Pierre Châtel-Innocenti
Ancora 1
Coppia e dipendenza tossica

La relazione di coppia con il proprio partner se da un lato si offre come spazio ove sperimentare un profondo coinvolgimento affettivo e sentimentale, dall’altro apre alla possibilità di condividere interessi ed orizzonti progettuali. Può accadere che la coppia, nel vivere la propria vicenda amorosa, possa aver bisogno di coinvolgersi soltanto in un modo totalitario ed esclusivo, alla luce di atmosfere e scenari turbolenti. Come se la coppia non avesse modo di stabilizzare il legame di dipendenza a partire dal quale diviene possibile progettare il proprio futuro e condividere obiettivi. Ecco allora che la coppia esaurisce la sue potenzialità solo nel vivere in modo estremo le tinte emotive caratterizzanti quel legame di dipendenza. La dipendenza cessa di essere, a questo punto, una risorsa volta a promuovere condivisione verso interessi ed obiettivi, seminando soltanto semi tossici che avvelenano il rapporto.

La terapia di coppia, ovvero sul modo di fare coppia, si propone allora come quella esperienza relazionale alternativa, ove provare a verificare la disponibilità da parte di entrambe i partner, o di uno dei due, a coinvolgersi su un terreno più fertile e meno sterile. Occasione dove immaginare una dipendenza necessaria al legame, utile a promuovere la coppia entro vissuti che facciano della dipendenza quella forma di rapporto in cui sia possibile costruire e sperimentare fiducia, fuoriuscendo da una tipologia di legame che nella sua debolezza ci vede legati paradossalmente in modo più stritolante.  

Ancora 2

Sessualità

L’espressione della propria sessualità, si inscrive entro la tematica dell’identificazione. Se da un lato si configura quindi come questione emergente nel corso della propria adolescenza, dall’altro si pone come momento mai completamente concluso. Riteniamo infatti non ovvio potersi concedere, nella propria esperienza di vita, la libertà, lo spazio necessario per vivere e determinare i modelli della propria sessualitàTalvolta questi ultimi, in ragione della propria storia familiare e a dispetto dei tempi apparentemente più disinvolti, appaiono poco elaborati se non scarsamente esplorati. Si può quindi "accettare", magari proprio malgrado e con tutto ciò che consegue a tale "scelta", di vivere alla luce di scenari più approssimativi, fondati su condizioni temporanee che tuttavia possono caratterizzare una vita intera.

Lo spazio della terapia vuole offrire pertanto quella presenza non giudicante dove poter accompagnare l’altro attraverso il tentativo di prendere contatto con la propria intimità, percorrendo direzioni meno compromesse o bloccate, possibilmente più spendibili nel presente, più autentiche.

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