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Glossario

Di seguito potete trovare alcune espressioni che accompagnano il nostro lavoro, il processo che lo caratterizza. Vorrebbero essere dei brevi spunti, non piegati entro un tecnicismo di materia, che aiutino a comprendere aspetti propri del percorso psicoterapeutico

Image by i m__Prakhar Kont

Resistenza

Durante l'esperienza della psicoterapia sarà inevitabile imbattersi in quelle che tecnicamente definiamo resistenze. Le resistenze sono formazioni mentali, aggregati emozionali che impediscono il passaggio di "qualcosa" che proviene da "fuori", la possibilità che il "nuovo" ci possa "contaminare". Per evitare che il nuovo possa completamente travolgerci, trovarci impreparati, la nostra mente serra i ranghi, chiude le porte e gli ingressi.

Le resistenze appartengono a quel pool di autodifese che in maniera inconscia si dispiegano per salvaguardare quello che fino ad ora si è configurato come il nostro sistema di adattamento. Attraversare le resistenze "proposte" proprio malgrado all'interno della relazione terapeutica, significa promuovere le competenze evolutive del nostro sistema d'adattamento perché possa rispondere in modo meno mortificante alla realtà in trasformazione.

Le nostre resistenze non sono formazioni da abbattere, anzi, come si diceva fra le righe, esse sono molto utili, ci aiutano ad entrare in rapporto con la realtà. Tuttavia sarà necessario in alcuni momenti della vita, in funzione di cambiamenti entro i nostri contesti, rivederne le premesse di base, così da consentirci un rapporto più integrato e godibile da muovere nei confronti della realtà.

Image by Dainis Graveris

Autoinganni

Con l'espressione autoinganno, parola il cui significato appare abbastanza intuitivo, non ci riferiamo a qualcosa che si manifesta solo ed esclusivamente nella stanza di terapia. Volendo restare ancora sulla dimensione intuitiva che caratterizza ognuno di noi, siamo spinti con fatica ad immaginare che si possa desiderare di ingannare se stessi: che motivi ne avremmo! Ebbene la ragione principale che spinge ciascuno di noi ad autoingannarci, è l'illusione di poterci sottrarre al prezzo da pagare, che ci viene richiesto nei termini di lavoro psichico. Sottrarsi al dolore di una perdita, separarsi da modelli relazionali infantili come opportunità per iniziare ad avere più stima di sé, fuoriuscire dall'avarizia emozionale e accettare di rischiare entro un nuovo progetto amoroso sono solo alcuni esempi rispetto ai quali cogliere questa "economia" della vita emozionale.  Talvolta non investire, conservare per domani, equivale a generare un debito; allo stesso modo non procedere con oculatezza, misura, può significare gettar via, non valorizzare.

Saranno allora i contesti delle nostre relazioni, attraversati da queste coordinate entro cui si svolgono le forme dei nostri scambi, l'economia affettiva della nostra vita quotidiana, a registrare la nostra storia.  Ecco che allora come le resistenze, la storia che ci siamo abituati a raccontare tenterà di far quadrare i conti, sottrarci ai debiti contratti. E' lungo questi snodi che prenderanno consistenza i nostri autoinganni narrativi.

Cambiamento

La domanda rivolta allo psicologo-psicoterapeuta possiamo sempre definirla come una domanda volta a perseguire un cambiamento. Molto spesso, ma erroneamente, il cambiamento associato al lavoro terapeutico si lega all'idea della cura, della guarigione, al desiderio che quel sintomo cessi così da restituirci, finalmente, un immagine di noi stessi che ha avuto la meglio, ce l'ha fatta! A ben vedere, tali immagini poco si prestano a descrivere quello che possiamo invece definire come il cambiamento in psicoterapia. Provate per un attimo a pensare al bambino che smette di gattonare e si alza in piedi; ad una coppia che riconosce il proprio fallimento nello stare insieme e accetta di separarsi; ad un giovane che si allontana dal nucleo di origine per provarsi nella vita e nel lavoro da solo; a chi teme per i propri progetti assecondando una dipendenza fissa e sicura che contemporaneamente mortifica il proprio valore. Ecco, questi sono solo alcuni esempi in cui ci troviamo di fronte a problemi evolutivi che poco hanno a che vedere con l'idea della cura e della guarigione. Divenire autonomi è, dal nostro punto di vista, non un male da curare ma una questione di sviluppo da promuovere. Lo sviluppo di noi stessi, il rapporto da stabilire nei confronti della propria vita, non è garantito e assicurato fisiologicamente dal nostro DNA avuto in dotazione. E' piuttosto qualcosa che richiede il nostro diretto intervento, è iniziare a pensare di avere in mano la barra del timone della propria imbarcazione, con tutto ciò che questo può comportare in termini di realizzabilità.

Emozioni

Senza nemmeno accorgercene siamo presi entro un insieme di emozioni. Sempre. Continuamente coinvolti. Non abbiamo modo di interrompere questa relazione costante con qualcosa, sia esso proveniente da dentro, da fuori, di cui serbiamo presenze, tracce, segni.  Prima che esse possano affacciarsi alla nostra mente in maniera più nitida, prendere quindi un corpo più riconoscibile, hanno già percorso diversa strada. Le emozioni sono i materiali della relazione, un materiale speciale in quanto sprigionano, dando vita al moto della relazione, ovvero alla dinamica del rapporto. Cogliere le dimensioni emozionali all'interno di un rapporto, significa coglierne la sua dinamica; intercettare la dinamica di un rapporto invece può significare comprendere in che stato si trovi quella relazione e dove eventualmente può dirigersi

Il lavoro terapeutico per come noi lo intendiamo, ovvero entro una visione psicodinamica della mente, implica il far emergere la potenzialità della vita emozionale all'interno delle proprie relazioni. Lavorare sulla propria emozionalità, quale "capitale" messo in gioco nei propri contesti di convivenza (lavoro, famiglia, relazioni sentimentali, progettualità e visione del futuro), può divenire allora quell'occasione evolutiva per passare da modelli organizzativi e relazionali mortificanti ed improduttivi a  modelli più virtuosi e soddisfacenti.

Image by Bernard Hermant

Dal nostro blog

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